Biografia
Sono nato il 13 agosto del 1968 da papà Giovanni e mamma Piera. Sono cresciuto a Banco, dove vivo tuttora e ho la mia attività. Ebbene sì, faccio parte di quelle persone che … devono sempre vedere il campanile del proprio paese!
Non mi è mai piaciuto andare a scuola, forse proprio perché mio nonno era maestro e mi ossessionava tutti i giorni con lo studio a memoria delle tabelline. Mi sono sempre impegnato nel fare il minimo indispensabile per poter passare la classe: l’idea di ripetere e quindi dover aggiungere un ulteriore anno mi angosciava. Dopo l’Avviamento Professionale a Neggio ho intrapreso l’apprendistato di falegname: sono cresciuto nella “ butèga dal legnamé” dove mio papà costruiva le casse da morto. Avrei voluto seguire le orme di mio padre, ma lui me lo ha proibito. Mi ripeteva sempre: “Non fare questo lavoro! Non è bello! Sei sempre in mezzo alla gente che piange!”.
Il falegname non era però un mestiere che mi entusiasmava e quando a militare sono stato incorporato come autista, ho colto l’occasione per conseguire la patente del camion. A quei tempi si poteva tramutarla e ottenere la patente civile. E così ho fatto! Ho poi guidato i camion per la ditta Terrani trasporti e in seguito gli autopostali per gli assuntori Ferretti e Ruspini.
Nel 1998 ho deciso che era giunto il momento di realizzare il mio desiderio: ho aperto la mia ditta di onoranze funebri, la Domenico Bolli Sagl.
Nel mio tempo libero, quello che riesco a ritagliarmi tra un servizio e un lavoro cimiteriale, amo andare in bicicletta, sia da corsa che in rampichino.
Buongiorno Sig. Bolli, la sua è una delle attività storiche del Malcantone, come e quando nasce?
Una volta in quasi tutti i paesi c’era una persona che trasportava i defunti al cimitero perché possedeva un cavallo e una carrozza. Mio papà forniva i cofani ai becchini, così venivano chiamati quei personaggi. Un giorno decise che, dal momento che costruiva le bare, si sarebbe occupato anche del funerale. E così nel 1965 fondò la Onoranze Funebri Bolli.
FOTO Questa la prima auto che trasformò in carro funebre.

Ho trascorso la mia infanzia tra cofani, defunti e camere mortuarie e ricordo ancora molto bene alcuni momenti, come quando andavo con gli amici a spiare le persone che recitavano il rosario attorno al/alla defunto/a.
Non esistevano i cellulari e così mia mamma era l’addetta al telefono, sempre in casa pronta a rispondere appena squillava. Non esistevano nemmeno i computer e le e-mail. La vedo ancora là in corridoio dove si trovava il telefono fisso, che dettava con meticolosità i necrologi ai diversi giornali sillabando nomi e cognomi più volte per paura che ci fossero errori.
A quei tempi la maggior parte della gente moriva in casa: i defunti venivano preparati dai familiari. Mio papà portava loro la bara che aveva costruito. In una stanza allestivano la camera mortuaria.
Qualche volta succedeva che qualcuno morisse in ospedale e così partiva con il suo furgone VW. Ricordo ancora come avveniva il recupero; oggi sarebbe inimmaginabile! Dopo aver sistemata la persona deceduta nella cassa, avvolgeva quest’ultima in una coperta, un po’ per passare inosservato, un po’ per proteggerla, e la caricava sul furgone. Sì proprio quello nella foto, quello che usava tutti i giorni e ci caricava di tutto!

A volte strada facendo si fermava a raccogliere un po’ di edera per decorare il tutto, da aggiungere ai fiori che forniva la ditta Passera della Magliasina.

Una volta si usavano grandi corone di fiori freschi, con nastri sui cui si scrivevano i nomi di chi commissionava l’arrangiamento.
Dopo 27 anni mio papà cedette la ditta al signor Franco Lorenzetti, che la gestì per 20. Nel 1998 inizia l’era della Domenico Bolli Sagl, Onoranze funebri e lavori cimiteriali. 1965 – 2022 da quasi 60 anni il nome Bolli è sinonimo di onoranze funebri; ed è anche la prima ditta di onoranze funebri, come la s’intende oggi, nata nel Malcantone. Strano il destino: io ho sempre voluto andare avanti con il mestiere di mio padre e lui non ha mai voluto; a me piacerebbe che i miei figli continuassero con la ditta e invece loro, per il momento, hanno scelto altre strade, anche se a volte, quando ho bisogno, mi danno una mano.

Qual è la filosofia della sua azienda e quali sono i servizi e le prestazioni che vuole evidenziare?
Semplicità, ambiente familiare, discrezione, empatia e professionalità: queste le parole che riassumono la filosofia della mia azienda.
Ricevere i complimenti a funerali avvenuti dai familiari è la mia più grande soddisfazione.
Lei è cresciuto e vive da sempre nel Malcantone, qual é il suo rapporto con il nostro
territorio?
Il Malcantone è il posto più bello al mondo! Paradossalmente ringrazio la lunga colonna tra Ponte Tresa e Bioggio la mattina e in senso inverso la sera: ha contribuito a “tener lontano” molta gente e quindi a preservare il molto verde che caratterizza questa regione. Fortunatamente io riesco a gestire nel limite del possibile i miei spostamenti cercando di evitare gli orari di punta.
Il Malcantone è una regione bellissima a livello paesaggistico e ambientale, c’è un suo luogo del cuore ?
Concordo! Vivo in una regione bellissima. Il mio luogo del cuore è Pian Pülpit, sulle pendici del Monte Lema. Ci salgo spesso in rampichino, lo trovo un posto magico, che mi rilassa, con una stupenda vista sul Lago Maggiore e sul Ceresio.
Cosa si augura e cosa spera per il futuro della nostra Regione?
Molte più piste ciclabili e un Monte Lema a misura di MTB, dove possono convivere escursionisti e ciclisti senza disturbarsi a vicenda.