Il Sentiero delle Meraviglie mantiene davvero le promesse fatte. In questo percorso ad anello, di circa 7 km, l’escursionista é infatti condotto alla scoperta di tante piccole e grandi meraviglie della Regione Malcantone che raccontano di un passato importante e affascinante. Il punto di partenza e di arrivo del sentiero è Novaggio, dove è presente un ampio parcheggio gratuito. Il dislivello complessivo è di 340 metri e il tempo di percorrenza varia in base a quanto ci si sofferma nei vari punti di interesse, ma mediamente si attesta in circa 3 ore. L’itinerario si snoda nella valle del fiume Magliasina, circondati da una fauna e da una flora rigogliosa e ricchissima, transitando anche dai comuni di Miglieglia e Aranno.
I punti di interesse che che si trovano durante il percorso sono veramente innumerevoli e vale la pena soffermarsi per visitarli, ecco i più rappresentativi :
La Cappelletta di Movogno
La Cappelletta del rione di Movogno a Novaggio ha una storia molto lunga: la parte più antica della Cappelletta, l’absidiola, si stima sia stata edificata tra il XVI e il XVII secolo. Lo testimonia la dolce figura della Madonna in trono con in grembo il Bambino che ha in mano una mela, simbolo della sua missione di redenzione. Ai lati sono posizionati due Santi: San Rocco e San Giuseppe contornati da decorazioni floreali affrescate. All’interno è presente un paliotto settecentesco dedicato alla Madonna del Rosario. La Cappelletta fu ampliata in seguito aggiungendo il portico. Nei secoli di vita è stata oggetto di interventi di restauro e rinfresco delle pitture.
Il Mulino di Vinera
Nell’edificio risultano particolari la copertura del tetto e il sottotetto. Nel Sottoceneri i tetti in piode non sono molto diffusi. Nel nostro caso si tratta di piode di gneiss. Il materiale usato non è però del Malcantone; infatti le rocce sono di colore e scistosità diversi. Nella zona le piode per la copertura dei tetti venivano ricavate da massi erratici reperibili specialmente lungo torrenti e ruscelli. Lungo il torrente Vinera si trovano ancora alcuni blocchi con segni di lavorazione. In passato nella regione doveva essere rappresentata la professione di scalpellino malgrado l’assenza di vere e proprie cave con materiale idoneo. Il trasporto delle piode finite fino ai villaggi o ai luoghi d’impiego non doveva essere impresa da poco vista la ripidità dei fianchi di certi valloncelli.
Le rovine del Castello di Miglieglia
Sullo sperone roccioso che sovrasta le gole della Magliasina troviamo i resti del Castello di Miglieglia. Purtroppo i ruderi non sono ancora stati convenientemente studiati e l’epoca della costruzione e la sua funzione non sono chiare. Le dimensioni e lo spessore dei muri sono notevoli. All’interno del perimetro si distinguono le fondamenta di una torre rettangolare. Un’ipotesi plausibile inserisce la costruzione in una linea fortificata o di osserva- zione che comprende altri punti dove sono stati rinvenuti ruderi. Il sistema serviva a proteggere e controllare una via di comunicazione tracciata dai Romani in epoca tardo imperiale. Questa si staccava dalla Milano – Sesto Calende, raggiungeva Ponte Tresa e successivamente Taverne per poi proseguire verso il Monte Ceneri e i passi alpini.
Il Maglio del Malcantone
In questa officina si lavorava il ferro per ricavarne attrezzi e oggetti di uso comune. Il ritmo dei battiti del maglio dipende dalla velocità di rotazione della ruota che è determinata dalla quantità di acqua che scorre. Il maglio del Malcantone è stato costruito dalla famiglia Righetti nel 1860. Nelle nostre valli la materia prima per i magli era prevalentemente costituita da cascami di ferro recuperati mercanti ambulanti. L’ultimo“maiée” di Aranno fu Fedele Agostoni, 1888-1983. I suoi attrezzi portavano il marchio con il nome di famiglia ed erano immessi nel mercato locale. L’attività cessò il 10 agosto 1951 quando le acque della Magliasina toccarono livelli mai raggiunti, il maglio venne allagato e semidistrutto, Fedele Agostoni e la sua famiglia dovettero rifugiarsi a Miglieglia.
Il Bosco della Golena
Oltrepassata la passerella del Maglio si entra nel bosco golenale che costeggia la Magliasina. L’ambiente è dominato dall’ontano bianco che ne è una pianta tipica. I boschi golenali sono periodicamente allagati e il terreno, prevalentemente sabbioso, subisce forti cambiamenti. Fra le piante di questo magnifico ambiente citiamo: Alnus glutinosa: onta- no nero: Alnus incana: ontano bianco; Matteuccia struthiopteris: varietà di felce; Fraxinus excelsior: frassino; Evonimus europea: beretta da prete o fusaggine; Tilia cordata: tiglio sevatico; Acer pseu- doplatanus: acero montano; Sorbus aria: sorbo bianco o montano/farinaccio; Vibumum opulus: palla di neve; Crataegus monogyna: biancospino comune. Fra i diversi cespugli nidificano molte specie di uccelli come il pettirosso, la capinera e il merlo.